La giungla dei parcheggi

 


Michele Cirrincione«Palazzo   Vecchio   è   sensibile   e  aperto alle richieste dei disabili. Il vero problema è la scarsa sensibilità di alcune persone» Pochi stalli per invalidi e tanti permessi concessi Ecco il parere della Consulta Firenze «Palazzo Vecchio è sensibile e aperto alle richieste dei disabili. Il vero problema resta l'inciviltà di molte persone che si dimostrano essere incuranti delle difficoltà altrui». A parlare è Michele Cirrincione, presidente della consulta invalidi del In città, secondo i dati di Sas, sono attivi 9.576 contrassegni Comune di Firenze, che si batte in prima linea per la tutela dei diritti dei più deboli. Nella vita di tutti giorni, sono tante le difficoltà che le persone disabili devono affrontare: dai parcheggi fino alle barriere architettoniche, ma il presidente assicura che l'amministrazione comunale è sempre pronta ad intervenire laddove si verifichi  un' ingiustizia:
«Penso   che   il  Comune   si  stia impegnando per difendere la nostra categoria e l'assessore alla Mobilità Stefano  Giorgetti è molto sensibile all'argomento - continua Cirrincione – ma il problema più  grande deriva dalla scarsa sensibilità delle  persone che, con la classica scusa dei cinque minuti, parcheggiano la propria auto  nello spazio riservato ai disabili. I vigili sono   tenuti   a   prendere   nota   della   targa   dell'automobile che, incivilmente, occupa il posto per disabili,  ma   è   un   problema   che si ripropone   quotidianamente».  Il   Comune   di   Firenze   nel   2014   ha emanato una delibera che, nel corso del  tempo, ha aumentato il numero di posti auto riservati ai disabili, attraverso una sorta di «cessione». In pratica, qualora il posto  personalizzato (ovvero intestato ad un singolo) venisse lasciato libero per motivi legati, ad esempio, ad un eventuale trasloco, lo  spazio viene trasformato in un parcheggio  per disabili generico: ciò significa che, di volta in volta, si viene a creare un posto auto in più. Un indubbio vantaggio, ma che  svanisce nel momento in cui il posto viene occupato abusivamente da chi non dispone del cartellino identificativo: «Ho avuto  numerose discussioni con tante persone, ma è tutto inutile. Alla fine la sosta non è  mai di cinque minuti, ma anche di dieci o  quindici, e nel frattempo un disabile potrebbe dover andare in bagno o entrare in casa. Le persone non hanno rispetto», continua Cirrincione.

Per legge, nelle aree di parcheggio pubbliche o private aperte al pubblico, deve essere previsto un posto auto riservato a persone disabili ogni 20 stalli. Ma il nuovo codice  della strada, secondo il presidente «rischia  di confondere ancora più le idee», perché  ai posti auto contrassegnati dalle linee blu  e bianche, verrà aggiunto un terzo colore,
il giallo, proprio come quello presente negli stalli riservati ai disabili: «Ci stiamo battendo   insieme   ad   altri   comuni   affinché  questa nuova norma non passi, altrimenti  per gli automobilisti non ci sarà più alcuna  differenza» conclude Cirrincione.  La consulta invalidi del Comune di Firenze appare soddisfatta anche della condizione delle strade della città: «E' evidente che  se Roma piange, Firenze di certo non ride spiega scherzosamente il presidente – ma  abbiano notato anche qui una notevole attenzione ai nostri bisogni. Di base, Firenze parte svantaggiata essendo una città storica, per cui per le antiche ed esistenti costruzioni   non   è   possibile   richiedere   radicali   cambiamenti. Al contrario, le recenti strutture, come ad esempio le piste ciclabili, de- notano sensibilità. Infatti, l'amministrazione comunale fa di tutto per rendere il passaggio privo di barriere architettoniche».  Insomma, il Comune è promosso a pieni  voti in termini di accessibilità, ma il vero problema resta l'atteggiamento di alcuni  cittadini: «Ne bastano pochi per rendere  ogni sforzo vano. Chi non ci rispetta, non  sa cosa si prova a vedere i propri diritti violati», conclude Cirrincione. 


 Sintesi Vocale

 


 

Tarcisio Maria Gabriella

«Cinque minuti e vado via» o «Adesso la sposto» La dura vita dei portatori di handicap a Firenze

La testimonianza di Tarcisio e Maria Gabriella costretti a vagare ore per trovare un posto

Tarcisio e Maria Gabriella si sono conosciuti in ospedale negli anni ’70 e da allora non si sono più lasciati.

Abitano nel quartiere di Legnaia  - Molte volte la coppia si è vista costretta a chiamare le forze dell’ordine per far liberare il loro parcheggio per invalidi

 

Firenze: Chi vive in città sa cosa significa non trovare mai posto per la macchina. Dopo l'ennesimo giro a vuoto, per poi tornare al punto di partenza, cominci a pensare che potresti metterla nel posto riservato ai motorini, oppure davanti ai divieti di sosta. Peggio ancora, potresti pensare di parcheggiarla nel posto disabili. Ma quello che per molti è solo un parcheggio, per Tarcisio, sua moglie Maria Gabriella e per chi, come loro, è portatore di handicap, il posto auto rappresenta una delle poche agevolazioni messe loro a disposizione, che possono facilitare gli spostamenti quotidiani. Ma scuse come «È solo per cinque minuti», oppure «Prendo una cosa al volo e poi giuro che la sposto», per la coppia, sono diventate ormai all'ordine del giorno. Conosciuti in ospedale quando erano appena ragazzini, tra Tarcisio, di origini sarde, e Maria Gabriella, fiorentina, si è subito instaurato un legame fortissimo nonostante la distanza che li separava. Poi negli anni '70, Tarcisio si è trasferito nel capoluogo toscano per lavoro, e da quel momento i due non si sono mai più separati: «Ora ci godiamo la pensione. La disabilità non ci ha impedito di viaggiare, di lavorare e di avere una famiglia», racconta lui. Ma ogni giorno i due coniugi devono combattere una battaglia che sembra non avere mai fine e che col tempo è diventata sempre più difficile da portare avanti. La coppia vive in un appartamento in via Cosimo Rosselli, zona Legnaia, a Firenze, la cui strada è così angusta che le macchine, parcheggiate lungo la via, lasciano poco spazio alle più semplici manovre. Inoltre, proprio davanti all'abitazione di Tarcisio, è presente un bar molto frequentato da chi è in zona. «Il posto riservato a noi disabili è sempre occupato dai clienti, ma non solo, anche di notte. Prima ci prestavo più attenzione, mi appostavo per vedere se qualcuno ci si parcheggiasse la macchina. Poi ho smesso, non ho più le forze per arrabbiarmi», continua l’uomo. Una lotta quotidiana e condivisa anche dalla figlia che, quando si reca dai genitori, è costretta a lasciare la macchina molto lontano dal portone di casa, rendendo il trasporto della carrozzina ancora più difficile. Dinanzi a una tale assenza di sensibilità, dunque, non resta che ricorrere ai vigili. Ma anche qui, spiega Tarcisio, non sempre va come dovrebbe. È capitato infatti che arrivassero «dopo due o tre ore dalla chiamata», quando ormai l'auto in sosta si è già allontanata, e rendendo l'intervento inutile: «Ma li capisco, d'altronde anche loro hanno tanto da fare – aggiunge sconsolato Tarcisio – Però mi è capitato anche di notare che, quando la pattuglia passa, e il posto è occupato da una macchina senza contrassegno, i vigili non intervengono. Come se, anche loro, restassero indifferenti». Tarcisio si è confrontato anche con altre persone e amici appartenenti all'associazione Aniep (Associazione Nazionale per la promozione e la difesa dei diritti delle persone disabili) e ritiene che il Comune debba prendere dei provvedimenti più seri contro gli abusivi del parcheggio per disabili, andando oltre l'ostacolo amministrativo per il quale non è possibile creare ulteriori posti auto per i portatori di handicap a causa del numero di richieste sempre crescente. Secondo il pensionato, sarebbe inoltre opportuno valutare, in maniera più articolata, i diversi tipi di disabilità, perché: «Tra chi ha difficoltà deambulatorie e chi, dopotutto, riesce a camminare, c'è differenza. Per questo, a mio parere, Palazzo Vecchio dovrebbe approfondire la valutazione di chi è idoneo a ricevere il contrassegno che permette di occupare il posto per disabili». Tarcisio ammette di essere dispiaciuto soprattutto per l'indifferenza: «Alle persone non interessa se qualcuno si trovi in difficoltà. Abbiamo provato tante volte a chiedere di spostare le auto, ma i conducenti ci liquidano sempre con le solite scuse, che ormai conosciamo fin troppo bene. Con l'avanzare dell'età poi, i problemi si sommano. Ma alla fine, chi ne fa le spese, è sempre quello più in difficoltà».


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