Marco Nerattini, direttore della SdS di Firenze

su "Avanzamento dei progetti per disabili".

Video

Audio 


Bruno Bartoletti, presidente dell’Ass.ne A.Di.N.A. (Sintesi intervento)  

su "la non Autosufficienza"

 

La mia relazione parte dall'articolo 32 della Costituzione Italiana: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizioni di legge.

La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Vorrei soffermarmi sul fondamentale diritto e cosa significa: secondo la mia opinione, questo è un articolo che non si può modificare, perché la salute è un bene pubblico e il diritto ad essere curato è di tutti, eppure i tentativi di modifica ci sono.

Ma l'articolo 32, che è stato dichiarato fondamentale dai nostri padri costituenti, si può togliere?

Non credo si possa fare se non si vuol fare della Costituzione una carta senza valore; non avrebbe più senso nemmeno la Repubblica Italiana.

Il 3 marzo 2009 il Parlamento Italiano ha ratificato la convenzione ONU sulla disabilità in legge italiana.

E dice: gli stati parti devono vietare ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità e garantire alle persone con disabilità uguale ed effettiva protezione giuridica contro ogni discriminazione, qualunque sia il fondamento.

L'obiettivo: Scopo della presente convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno e uguale. Godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità e promuove il rispetto per la loro intrinseca dignità.

Le leggi che difendono la salute e la sanità pubblica ci sono, anche i LEA i livelli essenziali di assistenza fanno parte di questo diritto. Sono i finanziamenti sulla sanità pubblica che mancano, sono pochi e gestiti male, più della metà finisce in mano privata.

Parola come prevenzione, benessere fisico e mentale non è più nella documentazione politica sanitaria ma ci sono solo tagli di spesa.

E pensare che la nostra sanità è stato un bene, un vero vanto, un orgoglio per la nostra democrazia.

E adesso come funziona?

Male, anzi in certe realtà è inesistente. Mancano medici, infermieri e tecnici di laboratorio, strutture chiuse o fatiscenti.

Si prediligono soltanto gli interessi privati, la sanità diventerà privata e se i cittadini hanno bisogno di assistenza o essere curati dovranno utilizzare le risorse private.

Ormai non c'è più spazio e nemmeno futuro per la sanità pubblica, se non impariamo a difendere e a lottare per la nostra salute.

Io rappresento un'associazione che si occupa dei diritti dei disabili non autosufficienti, soprattutto persone anziane.

Gli anziani non autosufficienti non sono ben visti dalla sanità pubblica e dal socio sanitario, alleati nella loro combinazione vincente.

Salute uguale spesa, ma soprattutto profitto a favore del privato. Da tanti anni sono un volontario dei diritti e di contrasti, controversie e lotte ne ho fatte tante nel mondo della non autosufficienza.

Un mondo che emotivamente o fisicamente toccherà a tutti noi, se si diventa vecchi.

La nuova legge sulla non autosufficienza, approvata il 21/03/2023, si sta realizzando con i decreti attuativi del governo. Io sono contrario.

La legge non è stata finanziata e non lo sarà, l'assegno di accompagnamento verrà probabilmente tolto, per erogare servizi alla persona.

Il mio mantra è l'articolo 32 della Costituzione.

Lo sprofondare della sanità pubblica ha un impatto davvero tragico per le persone anziane non autosufficienti che si ripercuote sulla dignità, il diritto, ma soprattutto con l'indifferenza..

Le RSA non sono una risposta, l'assistenza privata si scontra con il profitto, con numeri calcolati a tavolino e non con le persone da assistere, con il personale al minimo e sottopagato, senza nessun controllo, nemmeno quello dei familiari, che sarebbe auspicabile.

Ho nostalgia dei ricoveri dei vecchi gestiti dalle monache.

Ma quello che mi fa arrabbiare di più è che vengono formati nelle nostre università medici, infermieri e tecnici, costretti ad espatriare perché la sanità pubblica non assume, e non ci sono prospettive.

Bartoletti Bruno